Reato di indebita compensazione – ancora dubbi in merito all’ambito applicativo

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Premessa

Con la pronuncia n. 33893/2022 la Suprema Corte ha nuovamente affrontato la delicata questione relativa al reato di indebita compensazione, di cui all’art. 10-quater del Dlgs n. 74/2000[1].

Nello specifico, i massimi giudici hanno chiarito che il reato di indebita compensazione può essere commesso in caso di:

  • compensazione “verticale”, ovvero con crediti e debiti relativi alla stessa imposta;
  • compensazione “orizzontale”, ossia in presenza di crediti e debiti afferenti a imposte di natura diversa.

A parere dei giudici di legittimità questa circostanza trova la sua ragion d’essere nel modello F24, dato che in questo documento possono essere inserite tutte le somme dovute dal contribuente, siano esse di natura tributaria o di altra natura.

È bene segnalare, inoltre, che la sentenza richiamata si inserisce in un contesto molto dibattuto sia a livello dottrinale, che a livello giurisprudenziale.

Su questo tema la stessa Corte di Cassazione non ha mai avuto un indirizzo univoco. Molteplici sono state, infatti, le pronunce che si sono espresse in maniera contrastante in merito alla compensazione indebita tra crediti e tributi diversi dalle imposte dirette e dall’IVA.

Di seguito, l’analisi dei diversi orientamenti che si sono formati nel corso degli anni su questa particolare questione.

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