PREMESSA
Il Parlamento ha delegato il Governo, con la Legge 111 del 2023, all’emanazione di disposizioni volte a migliorare il rapporto fra l’Amministrazione Finanziaria ed i Contribuenti.
Uno dei provvedimenti messi in campo dall’Esecutivo è il decreto legislativo, di cui oggi abbiamo solamente una bozza, che modifica alcune disposizioni sull’accertamento e sulla definizione dei rapporti tributari ed introduce già dal 2024 il “concordato preventivo biennale” (CPB).
Il pregio del concordato è quello di definire un reddito da dichiarare, slegato dall’effettivo risultato. Quindi ci potranno essere dei contribuenti che aderiscono ad un reddito e che poi ne realizzano uno superiore i quali saranno beneficiati dal fatto che il reddito eccedente non è tassato; ma ci saranno anche dei contribuenti che realizzeranno un reddito inferiore a quello concordato i quali pagheranno le imposte su quello concordato.
Va anche detto che i Contribuenti non sono obbligati ad aderire al concordato; ma allo stesso tempo l’attuale disposizione prevede che gli Enti accertatori (Agenzia e GdF) dovranno incentivare gli accertamenti sui soggetti che non aderiscono al nuovo istituto.
In questo intervento cercheremo di focalizzare il funzionamento ed i soggetti che ne sono potenzialmente coinvolti.
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